Oppo Find N2 Flip: il punto sulle pieghe nel 2023

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Se siete nostri fedeli lettori/spettatori, sapete che spesso  non ci limitiamo ad analizzare il prodotto in sé, ma lo analizziamo nel suo contesto, nelle sue prospettive o nelle prospettive della tecnologia che usa.

Provando l’Oppo Find N2 Flip era inevitabile andare oltre il telefono e parlare anche della piega, non più con lo stupore di 4 anni fa, ma con la consapevolezza di oggi.


Scheda Tecnica

  • Dispaly interno: 6,8 pollici – 1080×2520 pixel
  • Display esterno: 3,26 pollici – 382×720 pixel
  • Camere: 50 Mpx, f/1.8, 23mm + 8 Mpx f.2.2 + 32 Mpx f2.4 – 4k 30 fps
  • Processori: MediaTek Dimensity 9000+ – Marisilicon X
  • Memorie: 256 GB – 8 Gb
  • 5G
  • 4300 mAh

Partiamo dal telefono che Oppo ha presentato come top di gamma.

Dalla disamina della scheda tecnica saltano all’occhio due particolari che potrebbero infastidire: il processore e la fotocamera.

Mediatek non è il produttore di processori che solitamente si associa ai top di gamma, eppure in questo caso è il pregiudizio a farla da padrone.

Nelle settimane di test il Soc si è comportato benissimo, dando sempre solidità nelle prestazioni e muovendo l’os  in maniera molto fluida. Vi è anche la possibilità di dare un boost alle prestazioni che normalmente avviene solo in modalità gioco, ma personalmente l’ho trovato inutile perché non necessaria.

Se proprio si volesse essere scrupolosi, una differenza rispetto alla diretta concorrenza, ovvero gli Snaprdragon di Qualcomm, l’ho notata nelle basse frequenze, nelle operazioni non energivore, dove il telefono consuma più del dovuto.

Nulla di preoccupante, anche perché si può impostare un risparmio energetico che non va ad inficiare le prestazioni, e all’occorrenza anche un super risparmio energetico che allunga la vita del telefono fino a due giorni.

Il reparto fotocamere invece soddisfa per quanto riguarda il modulo anteriore. Sorprende nel modulo principale capace di catturare ottime foto in tutte le condizioni. Ma delude nella ultrawide che mostra numerosi difetti: colori, pastosità, definizione,rumore.

Oppo ha anche stretto una partrnership con Hasselblad. La lascio come semplice nota perché gli unici risvolti di questa collaborazione sono di Marketing dato che lo storico marchio non ha messo altro che il proprio nome nelle filigrane (e sul retro) del telefono.

Un aspetto che mi ha piacevolmente sorpreso è la multimedialità.

Il display è davvero stupendo. Largo il giusto e un po’ più lungo del normale, ma questo permette di avere più contenuti. L’oled nei video e nelle foto lascia sempre a bocca aperta, sia per la luminosità che questa unità riesce a sfoggiare sia per il supporto dell’audio, Dolby Atmos, che avvolge nella visione dei contenuti.

Ho trovato molto matura anche ColorOS, la personalizzazione di Android fatta da Oppo, che ha trovato una sua identità.

Lo sposalizio con la sorellina OnePlus ha fatto bene a questo os che ora è meno Apple style e più minimale, più scarno ma non privo di personalizzazioni e funzioni utili nell’uso del telefono.

Arriviamo all’elefante nella stanza: la piega.

Oppo ha scelto di piegare il proprio telefono come fa già da anni Motorola, ovvero facendo combaciare le due metà del telefono, ripiegando il display internamente. Ottima scelta dal mio punto di vista, anche perché la piega non se ne va in ogni caso: c’è, si vede, si sente, ma poco importa. Nell’uso quotidiano non esiste.

Purtroppo la cerniera non permette di fermare con sicurezza il display alla gradazione desiderata. Dagli 0 ai 90 gradi il telefono sembra star fermo, dai 90 ai 180 è la terra di nessuno e potrebbe aprirsi da un grado all’altro.

Questo influenza il software che sfrutta la piega in due o tre app, splittando l’interfaccia per dare un “senso” in più a questa particolarità del telefono.

In una parola: inutile.

Difficilmente qualcuno usa il telefono a 90° per fare una foto, o guardare Youtube.

L’utilità della piega sta nella piega, nel fatto di compattare il proprio telefono, non è obbligatorio trovare nuove funzioni.

A tal proposito è anche giusto parlare del display esterno.

A detta di Oppo, sarà un display completo capace di replicare l’esperienza dell’OS che si ha con il display interno, ma ad oggi, è un’appendice limitata nell’uso e nella personalizzazione. Notifiche, toggle rapidi, 6 widget preconfigurati e nulla più: uno spreco? Per il momento si.

Arriviamo alla domanda che mi sono posto: a cosa serve un display cosi grande?

Io credo sia un’ammissione di colpa da parte di Oppo. Mettere un 3.5 pollici ad uso e consumo dell’utente significa ammettere che non è cosi semplice accedere al display interno, ed effettivamente non lo è.

Distratto dalle sue linee (a mio parere) bellissime, dopo qualche giorno, soprattutto nei giorni di movimento, ho notato che aprirlo con una mano è praticamente impossibile. Con due si, ma bisogna prenderci la mano perché spesso un pollice blocca le due parti.

Ecco che quindi un display aggiuntivo diventa comodissimo, ma non so se sia la strada corretta di sviluppo.

Io avrei lavorato sula facilità di apertura: del resto chi prende questo telefono compra un 6.8 pollici non un un 3.5.

Arriviamo alle conclusioni.

Il telefono è davvero bello, fluido, funzionale, versatile. Nelle giornate sedentarie dove l’ho usato principalmente appoggiato aperto alla mia scrivania si è rivelato un ottimo compagno di vita.

Il problema non è mai stata la piega, ma il piegarlo, o meglio aprirlo, e per chi ha una vita frenetica potrebbe rivelarsi un limite.

Complessivamente la valutazione è positiva, ma credo che dopo 5 anni di telefoni pieghevoli i produttori dovrebbero smettere di considerare questi telefoni esclusivi per la sola piega ed iniziare a sviluppare anche tutto il contorno.

 

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