Nel lungo processo di digitalizzazione che stiamo vivendo, c’è sempre un rapporto di odio e amore nei confronti della carta.
Uno strumento con cui siamo cresciuti, che amiamo usare per la sua comodità, ma che spesso cozza con l’uso dei nostri device e delle nostre procedure.
Le strade da percorrere sono due: ripensare ai processi digitali, non come semplice trasposizione di quelli cartacei; avere dispositivi digitali che rendano semplice l’approccio analogico.
Tutta questa lunga introduzione per parlarvi del Lenovo ThinkBook Plus di terza generazione, un pc che è il perfetto esempio di un’evoluzione tecnologica che ci permette di percorrere questa seconda strada.
La dotazione di porte è completa, anche se viste le generose dimensioni non sarebbe guastato avere qualche porta usb in più o un lettore di sd/microsd.
Il display principale è un piacere per gli occhi, e per il lavoro.
Se il vostro workflow lavorativo prevede uno sviluppo orizzontale, ve ne innamorerete non solo per i suoi quasi 40 cm di larghezza ma anche per i 30 di altezza che lo rendono davvero bellissimo da usare.
Il touch non mi ha convinto a pieno, non tanto per la sensibilità ottima, quanto per l’utilità: è un pc da scrivania, incompatibile con le penne, che flette molto al tocco vista la grandezza.
Dove invece il touch convince, anzi, entusiasma, è nel display secondario, che sotto il vetro monta anche un digitalizzatore da oltre 4000 livelli di pressione.
Lenovo come sempre fa un ottimo lavoro di personalizzazione del software e questo secondo display ha una serie di funzioni che lo rendono utile, utilissimo, e non un semplice orpello estetico per stupire.
Possiamo avviare gruppi di applicazioni, possiamo zoommare e “portare” porzioni del display, o portare sul display principale ciò che stiamo facendo sul secondo. E’ gestibile mediante un tiling personalizzato, fare mirroring dello smartphone (solo motorola) e infine usarlo come semplice blocco appunti.
Le applicazioni pratiche sono infinite, dalla grafica di precisione, alla compilazione e redazione documentale, dalla calcolatrice al semplice blocco appunti. E’ uno schermo tutto fare indipendente, che può essere anche semplice estensione del principale.
E le penne?
Ebbene si, uso il plurale perché nel mercato italiano Lenovo non si limita a fornire la penna passiva integrata nella scocca, ma anche una penna “pantone” attiva aggiuntiva.
Questa seconda è senza dubbio quella più interessante perché ci permette maggior precisione, miglior ergonomia e soprattutto, sulla sua estremità, ha un rilevatore di colore, che per tutti i lavori grafici ci permetterà di non dover più usare la palette colori, ma semplicemente di “inquadrare” il colore per poi riprodurlo.
Non è perfetto. Nonostante le dimensioni generose della batteria, questa fa fatica anche in modalità bilanciata ad offrire un’autonomia degna di nota. Due display, di cui uno enorme restano difficili da gestire a livello energetico, considerando che pur non avendo schede grafiche dedicate, gli Intel i7 non sono maestri di efficienza.
Dimentichiamoci quindi una produzione video professionale, anche se tutto ci portava a pensare il contrario.
In conclusione questo ThinBook Plus è un pc molto piacevole da usare, ma poco portatile.
E’ un pc da scrivania, solido, comodissimo, con cui fare quasi tutto e risolvere i tanti momenti in cui avremmo bisogno di stampare un documento: non serve grazie al suo monitor e alle sue penne. Dimenticatevi sessioni di lavoro sulle gambe in treno o sotto l’ombrellone in spiaggia, ma non sono difetti, serve sempre consapevolezza.
Nel lungo processo di digitalizzazione che stiamo vivendo, c’è sempre un rapporto di odio e amore nei confronti della carta.
Uno strumento con cui siamo cresciuti, che amiamo usare per la sua comodità, ma che spesso cozza con l’uso dei nostri device e delle nostre procedure.
Le strade da percorrere sono due: ripensare ai processi digitali, non come semplice trasposizione di quelli cartacei; avere dispositivi digitali che rendano semplice l’approccio analogico.
Tutta questa lunga introduzione per parlarvi del Lenovo ThinkBook Plus di terza generazione, un pc che è il perfetto esempio di un’evoluzione tecnologica che ci permette di percorrere questa seconda strada.
Ma vediamo la sua scheda più da vicino:
La dotazione di porte è completa, anche se viste le generose dimensioni non sarebbe guastato avere qualche porta usb in più o un lettore di sd/microsd.
Il display principale è un piacere per gli occhi, e per il lavoro.
Se il vostro workflow lavorativo prevede uno sviluppo orizzontale, ve ne innamorerete non solo per i suoi quasi 40 cm di larghezza ma anche per i 30 di altezza che lo rendono davvero bellissimo da usare.
Il touch non mi ha convinto a pieno, non tanto per la sensibilità ottima, quanto per l’utilità: è un pc da scrivania, incompatibile con le penne, che flette molto al tocco vista la grandezza.
Dove invece il touch convince, anzi, entusiasma, è nel display secondario, che sotto il vetro monta anche un digitalizzatore da oltre 4000 livelli di pressione.
Lenovo come sempre fa un ottimo lavoro di personalizzazione del software e questo secondo display ha una serie di funzioni che lo rendono utile, utilissimo, e non un semplice orpello estetico per stupire.
Possiamo avviare gruppi di applicazioni, possiamo zoommare e “portare” porzioni del display, o portare sul display principale ciò che stiamo facendo sul secondo. E’ gestibile mediante un tiling personalizzato, fare mirroring dello smartphone (solo motorola) e infine usarlo come semplice blocco appunti.
Le applicazioni pratiche sono infinite, dalla grafica di precisione, alla compilazione e redazione documentale, dalla calcolatrice al semplice blocco appunti. E’ uno schermo tutto fare indipendente, che può essere anche semplice estensione del principale.
E le penne?
Ebbene si, uso il plurale perché nel mercato italiano Lenovo non si limita a fornire la penna passiva integrata nella scocca, ma anche una penna “pantone” attiva aggiuntiva.
Questa seconda è senza dubbio quella più interessante perché ci permette maggior precisione, miglior ergonomia e soprattutto, sulla sua estremità, ha un rilevatore di colore, che per tutti i lavori grafici ci permetterà di non dover più usare la palette colori, ma semplicemente di “inquadrare” il colore per poi riprodurlo.
Non è perfetto. Nonostante le dimensioni generose della batteria, questa fa fatica anche in modalità bilanciata ad offrire un’autonomia degna di nota. Due display, di cui uno enorme restano difficili da gestire a livello energetico, considerando che pur non avendo schede grafiche dedicate, gli Intel i7 non sono maestri di efficienza.
Dimentichiamoci quindi una produzione video professionale, anche se tutto ci portava a pensare il contrario.
In conclusione questo ThinBook Plus è un pc molto piacevole da usare, ma poco portatile.
E’ un pc da scrivania, solido, comodissimo, con cui fare quasi tutto e risolvere i tanti momenti in cui avremmo bisogno di stampare un documento: non serve grazie al suo monitor e alle sue penne. Dimenticatevi sessioni di lavoro sulle gambe in treno o sotto l’ombrellone in spiaggia, ma non sono difetti, serve sempre consapevolezza.
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