Ci sono due modi per recensire un iPhone.
Paragonarlo al modello precedente per parlare delle piccole o grandi novità, oppure approcciarsi come fosse il primo modello.
Il rischio, nel primo metodo, sicuramente più pragmatico e sintetico, è di dare per scontato che il nostro lettore sia avvezzo al mondo Apple, perdendo l’occasione di ricordare i tanti piccoli aspetti che sono fondamentali nel raccontare quanto il telefono riesce a regalare in termini di esperienza d’uso.
Nel secondo caso invece, la ridondanza di informazioni (forse) note, rischia di annoiare e distogliere il focus dalle novità.
Abbiamo quindi deciso di scegliere la via intermedia: ci siamo approcciati al 15 Pro Max con la verginità di chi iPhone non l’ha mai usato, ma dando per assodato che questo telefono è una certezza in termini di stabilità, prestazioni e connessioni.
Dunque iniziamo dalla consueta scheda tecnica:
Processore: A 17 Pro
Ram: 8 Gb
Rom: 1024 GB
Display: 6.7″ – 1920×2796 – 460ppi – Super Retina XDR Oled – 120Hz
Fotocamere: 48 Mp + 12 Mp + 12 Mp
Batteria: 4422 mAh
Desing
Il Design è un aspetto fondamentale quando si parla di Apple, e, in questo caso, di iPhone.
Ad una prima occhiata le linee si ripetono ormai dall’iPhone 11. Negli anni hanno corretto raggi, smussature e aggiunto la celebre Dynamic Island sostituendo il Notch.
Le novità che caratterizzano l’iPhone 15 sono principalmente 3:
Gli angoli sono stati armonizzati con i supercerchi di iOs: le app ora sono perfettamente coordinate con l’hardware.
E’ stato scelto il titanio aereospaziale come materiale per la scocca: leggero, elastico, resistente, il titanio ha permesso di cambiare radicalmente processo produttivo. Non siamo più di fronte ad un blocco di acciaio scavato, ma ad un profilo, con un anima di alluminio, nella quale si vanno ad innestare i componenti interni. Costruirlo è più semplice, meno oneroso, cosi come ripararlo.
La spazzolatura del titanio la si nota nei render più che nella vita reale dove si potrebbe definire opaco. Le rifiniture tondeggianti conferiscono poi una miglior presa, anche se al tocco, la sensazione non è cosi premium, ma poco importa se, oltre ai vantaggi citati, si tolgono anche 20Gr.
Un’altra scelta coraggiosa è stata quella di togliere lo switcher, che permetteva di modificare il profilo da suoneria a vibrazione.
Ora l’Action Button, aggiunge un tasto fisico con cui fare tutto ciò che vogliamo, da semplici azioni (come torcia o traduttore) a rutine complesse, come catene domotiche con le shortcuts.
Infine l’Usb – c. Brava Apple? No, sappiamo benissimo che è la risposta ad un obbligo legislativo, cosi come presto vedremo store e metodi di pagamento alternativi.
Facendo di necessità virtù, la porta usb è una manna dal cielo: velocissima, compatibile con tutto, vitale per chi fa produzione video.
iOs
Di iOs non ne parla mai nessuno. O meglio, si fa sempre il tipico elenco delle novità che si aggiungono, ma chi non usa iPhone non sa quanto è piacevole usare iPhone.
Non parlo di potenziali funzioni mancanti o diverse che possono sempre essere un fastidio nel nostro lavoro quotidiano, ma di quelle piccole cose che danno una percezione di qualità.
Le animazioni sono millimetriche e seguono il nostro pollice in tutto i suoi movimenti. I widget sono curati alla perfezione. La vibrazione, definita suggerisce sempre all’utente se sta facendo la cosa giusta oppure no.
Oggi iOs, rispetto al passato, è personalizzabile (eccetto il launcher), aperto ad altri sistemi e aperto al bluetooth o accessori, comprese le chiavette usb.
Restano due atavici modi di pensare che ancora stonano con gli os mobile.
Il primo è l'”app centrismo”, ovvero un concetto operativo che parte dall’app. Devo modificare una foto? Apro l’app di modifica e carico la foto.
Devo allegare un documento ad una mail? Apro l’app e allego il file. E’ una visione molto “da pc” più che da smartphone.
Il secondo aspetto è la gestione delle impostazioni.
L’esempio lampante è l’app fotocamera le cui impostazioni sono nel menu delle impostazioni generiche del telefono: è una follia per il senso di immediatezza e intuitività che l’intero os trasmette.
Ciò che invece mi ha coccolato in queste settimane è l’ecosistema. Senza muovere un dito, senza addentrarmi in scaricamento di app e configurazioni, tutto funziona, tutto parla, tutto si integra in un flusso di lavoro tra iPhone, Mac e Watch da farla sembrare una sinfonia classica.
Quello che nessuno dice è quanto iOs oggi parli anche con il resto del mondo.
Airplay funziona meglio sul televisore samsung di quanto un Galaxy faccia. Le mei cuffie Nothing si sentono meglio su iPhone che sul…nothing.
Insomma, un dispositivo davvero rilassante.
Pro per chi?
Molti produttori nell’inventare i nomi per i propri prodotti usano sigle volutamente esagerate: Pro, Ultra, S, Super…spesso senza una reale connessione con le ambizioni del telefono.
In questo caso il Pro di iPhone è pensato, voluto, tecnicamente valutabile.
Chi sono quindi i Pro..fessionisti a cui Apple parla?
Io li ho definiti i professionisti dell’immagine, ovvero coloro che con le immagini lavorano, ma non solo videomaker o fotografi.
Nell’elenco delle camere di questo telefono Apple annovera 8 obiettivi utilizzabili (che fra poco vedremo) senza citare mail il Lidar.
E’ un sensore certo, non una vera fotocamera, ma è uno strumento che ho scoperto essere un vero game changer: periti, designer, venditori, privati. Tutti coloro che dovessero avere bisogno di un punto di partenza, di un oggetto reale da modellare in 3d, di una casa reale da trasporre in digitale con misure e piantine, di una strada reale da analizzare nella conformazione.
Le altre 8 fotocamere ovviamente parlano ad un mondo tradizionale.
Se l’iPhone 14 è stato l’iPhone dei fotografi grazie al ProRaw, quest’anno l’attenzione si è spostata sui videomaker, non tanto per il ProRes già presente, ma per il profilo Log.
Il ProRaw consente di catturare immagini a 48 Mpx, e questo particolare formato consente al sensore di incamerare quanti più dati possibile; successivamente sarà il fotografo, in post produzione, a decidere quali dati tirare fuori dal file grezzo, e letteralmente sviluppare la fotografia.
Cosa lo differenzia dagli altri telefoni, che comunque il Raw lo hanno da tempo? La qualità. I file Dng di iPhone sono mostruosamente qualitativi viste le dimensioni del sensore e considerato il fatto che stiamo pur sempre parlando di un telefono.
Il ProRes è invece un codec, ovvero quello strumento che decide quanto e come comprimere un video. In linea di massima, meno si comprime, meno dati si perdono, più qualità si ha (e più spazio si occupa!).
Al ProRes, che già garantiva ottime immagini, quest’anno si è affiancato il re dei profili colore: il Log, ovvero il profilo colore che permette di memorizzare nei 10 bit del prores, tantissimi dati dei colori che i profili esponenziali classici ignorano, ovvero i toni scuri.
Il risultato è un file desaturato, non contrastato, brutto, ma lavorabilissimo.
Anche se tecnicamente Raw e Log sono un cavolo e una patata, la logica è la stessa: permettono di avere file enormi e ricchissimi di dati, che una volta postprodotti, hanno una qualità enormemente maggiore rispetto al Jpeg o al .mov che il telefono produrrebbe in maniera automatica.
Il conto da pagare è in Gb, tanti, tantissimi Gb.
In aiuto viene la Usb – C, che permette un trasferimento velocissimo o la registrazione direttamente su SSD, obbligatoria quella in 4k a 60Fps (obbligo superabile con l’app di BlackMagic).
Quali sono quindi questi obiettivi?
Se scattiamo in “automatico” o ProRaw tolta la fotocamera frontale avremo:
24 mm – 28 mm – 35 mm – 40 mm – 120 mm – Macro – Ultra grandangolare
Potremo scegliere se scattare a 12 o 24 Mpx, in Jpeg o Heic, ma a 48 Mpx solo in ProRaw con l’obiettivo principale. Le altre ottiche andranno a ridurre i Mpx.
Per i video invece avremo meno scelta: Ultragrandangolare – 24 mm – 2x e 120mm.
La grande star di quest’anno era senza dubbio l’ottica da 120 mm: un tetraprisma stabilizzato in gradi regalare ottimi scatti.
La scelta è però opinabile in base al proprio gusto. Ci sarà chi rimpiange la 3x, chi festeggerà per questa 5x, tutto dipende dalle foto che amate scattare, dalla vostra fotografia.
I risultati in ogni caso sono molto chiari nella videorecensione che lascio qui sotto.
iPhone si conferma il miglior cameraphone del mercato ma non lasciatevi ingannare dal marketing, infatti gli scatti mostruosamente belli che vedete nelle diverse campagne, cosi come i video, sono sempre frutto di una maestria che controlla dalle luci alla post produzione. Certo, in contesti meravigliosamente apparecchiati, i risultati sono stupefaceenti.
In altri contesti, le foto sono superiori alla concorrenza, ma soffre come tanti in condizioni di luce precaria con soggetti in movimento, e sovente, gli algoritmi appiattiscono troppo le immagini per recuperare con il software dove l’hardware non riesce ad arrivare.
Sono dettagli sia chiaro, le foto escono sempre bene, sono sempre utilizzabili.
In sostanza questo telefono mi ha ricordato il perché amo la tecnologia. Mi ha riportato a quando da ragazzino si sognava iPhone, perché al netto delle nostre abitudini e dei difetti che ha, si respira una cura magica in tanti, troppo aspetti, che lo rendono unico e ancora una volta la rendono la Lepre del mercato.
Ci sono due modi per recensire un iPhone.
Paragonarlo al modello precedente per parlare delle piccole o grandi novità, oppure approcciarsi come fosse il primo modello.
Il rischio, nel primo metodo, sicuramente più pragmatico e sintetico, è di dare per scontato che il nostro lettore sia avvezzo al mondo Apple, perdendo l’occasione di ricordare i tanti piccoli aspetti che sono fondamentali nel raccontare quanto il telefono riesce a regalare in termini di esperienza d’uso.
Nel secondo caso invece, la ridondanza di informazioni (forse) note, rischia di annoiare e distogliere il focus dalle novità.
Abbiamo quindi deciso di scegliere la via intermedia: ci siamo approcciati al 15 Pro Max con la verginità di chi iPhone non l’ha mai usato, ma dando per assodato che questo telefono è una certezza in termini di stabilità, prestazioni e connessioni.
Dunque iniziamo dalla consueta scheda tecnica:
Processore: A 17 Pro
Ram: 8 Gb
Rom: 1024 GB
Display: 6.7″ – 1920×2796 – 460ppi – Super Retina XDR Oled – 120Hz
Fotocamere: 48 Mp + 12 Mp + 12 Mp
Batteria: 4422 mAh
Desing
Il Design è un aspetto fondamentale quando si parla di Apple, e, in questo caso, di iPhone.
Ad una prima occhiata le linee si ripetono ormai dall’iPhone 11. Negli anni hanno corretto raggi, smussature e aggiunto la celebre Dynamic Island sostituendo il Notch.
Le novità che caratterizzano l’iPhone 15 sono principalmente 3:
Gli angoli sono stati armonizzati con i supercerchi di iOs: le app ora sono perfettamente coordinate con l’hardware.
E’ stato scelto il titanio aereospaziale come materiale per la scocca: leggero, elastico, resistente, il titanio ha permesso di cambiare radicalmente processo produttivo. Non siamo più di fronte ad un blocco di acciaio scavato, ma ad un profilo, con un anima di alluminio, nella quale si vanno ad innestare i componenti interni. Costruirlo è più semplice, meno oneroso, cosi come ripararlo.
La spazzolatura del titanio la si nota nei render più che nella vita reale dove si potrebbe definire opaco. Le rifiniture tondeggianti conferiscono poi una miglior presa, anche se al tocco, la sensazione non è cosi premium, ma poco importa se, oltre ai vantaggi citati, si tolgono anche 20Gr.
Un’altra scelta coraggiosa è stata quella di togliere lo switcher, che permetteva di modificare il profilo da suoneria a vibrazione.
Ora l’Action Button, aggiunge un tasto fisico con cui fare tutto ciò che vogliamo, da semplici azioni (come torcia o traduttore) a rutine complesse, come catene domotiche con le shortcuts.
Infine l’Usb – c. Brava Apple? No, sappiamo benissimo che è la risposta ad un obbligo legislativo, cosi come presto vedremo store e metodi di pagamento alternativi.
Facendo di necessità virtù, la porta usb è una manna dal cielo: velocissima, compatibile con tutto, vitale per chi fa produzione video.
iOs
Di iOs non ne parla mai nessuno. O meglio, si fa sempre il tipico elenco delle novità che si aggiungono, ma chi non usa iPhone non sa quanto è piacevole usare iPhone.
Non parlo di potenziali funzioni mancanti o diverse che possono sempre essere un fastidio nel nostro lavoro quotidiano, ma di quelle piccole cose che danno una percezione di qualità.
Le animazioni sono millimetriche e seguono il nostro pollice in tutto i suoi movimenti. I widget sono curati alla perfezione. La vibrazione, definita suggerisce sempre all’utente se sta facendo la cosa giusta oppure no.
Oggi iOs, rispetto al passato, è personalizzabile (eccetto il launcher), aperto ad altri sistemi e aperto al bluetooth o accessori, comprese le chiavette usb.
Restano due atavici modi di pensare che ancora stonano con gli os mobile.
Il primo è l'”app centrismo”, ovvero un concetto operativo che parte dall’app. Devo modificare una foto? Apro l’app di modifica e carico la foto.
Devo allegare un documento ad una mail? Apro l’app e allego il file. E’ una visione molto “da pc” più che da smartphone.
Il secondo aspetto è la gestione delle impostazioni.
L’esempio lampante è l’app fotocamera le cui impostazioni sono nel menu delle impostazioni generiche del telefono: è una follia per il senso di immediatezza e intuitività che l’intero os trasmette.
Ciò che invece mi ha coccolato in queste settimane è l’ecosistema. Senza muovere un dito, senza addentrarmi in scaricamento di app e configurazioni, tutto funziona, tutto parla, tutto si integra in un flusso di lavoro tra iPhone, Mac e Watch da farla sembrare una sinfonia classica.
Quello che nessuno dice è quanto iOs oggi parli anche con il resto del mondo.
Airplay funziona meglio sul televisore samsung di quanto un Galaxy faccia. Le mei cuffie Nothing si sentono meglio su iPhone che sul…nothing.
Insomma, un dispositivo davvero rilassante.
Pro per chi?
Molti produttori nell’inventare i nomi per i propri prodotti usano sigle volutamente esagerate: Pro, Ultra, S, Super…spesso senza una reale connessione con le ambizioni del telefono.
In questo caso il Pro di iPhone è pensato, voluto, tecnicamente valutabile.
Chi sono quindi i Pro..fessionisti a cui Apple parla?
Io li ho definiti i professionisti dell’immagine, ovvero coloro che con le immagini lavorano, ma non solo videomaker o fotografi.
Nell’elenco delle camere di questo telefono Apple annovera 8 obiettivi utilizzabili (che fra poco vedremo) senza citare mail il Lidar.
E’ un sensore certo, non una vera fotocamera, ma è uno strumento che ho scoperto essere un vero game changer: periti, designer, venditori, privati. Tutti coloro che dovessero avere bisogno di un punto di partenza, di un oggetto reale da modellare in 3d, di una casa reale da trasporre in digitale con misure e piantine, di una strada reale da analizzare nella conformazione.
Le altre 8 fotocamere ovviamente parlano ad un mondo tradizionale.
Se l’iPhone 14 è stato l’iPhone dei fotografi grazie al ProRaw, quest’anno l’attenzione si è spostata sui videomaker, non tanto per il ProRes già presente, ma per il profilo Log.
Il ProRaw consente di catturare immagini a 48 Mpx, e questo particolare formato consente al sensore di incamerare quanti più dati possibile; successivamente sarà il fotografo, in post produzione, a decidere quali dati tirare fuori dal file grezzo, e letteralmente sviluppare la fotografia.
Cosa lo differenzia dagli altri telefoni, che comunque il Raw lo hanno da tempo? La qualità. I file Dng di iPhone sono mostruosamente qualitativi viste le dimensioni del sensore e considerato il fatto che stiamo pur sempre parlando di un telefono.
Il ProRes è invece un codec, ovvero quello strumento che decide quanto e come comprimere un video. In linea di massima, meno si comprime, meno dati si perdono, più qualità si ha (e più spazio si occupa!).
Al ProRes, che già garantiva ottime immagini, quest’anno si è affiancato il re dei profili colore: il Log, ovvero il profilo colore che permette di memorizzare nei 10 bit del prores, tantissimi dati dei colori che i profili esponenziali classici ignorano, ovvero i toni scuri.
Il risultato è un file desaturato, non contrastato, brutto, ma lavorabilissimo.
Anche se tecnicamente Raw e Log sono un cavolo e una patata, la logica è la stessa: permettono di avere file enormi e ricchissimi di dati, che una volta postprodotti, hanno una qualità enormemente maggiore rispetto al Jpeg o al .mov che il telefono produrrebbe in maniera automatica.
Il conto da pagare è in Gb, tanti, tantissimi Gb.
In aiuto viene la Usb – C, che permette un trasferimento velocissimo o la registrazione direttamente su SSD, obbligatoria quella in 4k a 60Fps (obbligo superabile con l’app di BlackMagic).
Quali sono quindi questi obiettivi?
Se scattiamo in “automatico” o ProRaw tolta la fotocamera frontale avremo:
24 mm – 28 mm – 35 mm – 40 mm – 120 mm – Macro – Ultra grandangolare
Potremo scegliere se scattare a 12 o 24 Mpx, in Jpeg o Heic, ma a 48 Mpx solo in ProRaw con l’obiettivo principale. Le altre ottiche andranno a ridurre i Mpx.
Per i video invece avremo meno scelta: Ultragrandangolare – 24 mm – 2x e 120mm.
La grande star di quest’anno era senza dubbio l’ottica da 120 mm: un tetraprisma stabilizzato in gradi regalare ottimi scatti.
La scelta è però opinabile in base al proprio gusto. Ci sarà chi rimpiange la 3x, chi festeggerà per questa 5x, tutto dipende dalle foto che amate scattare, dalla vostra fotografia.
I risultati in ogni caso sono molto chiari nella videorecensione che lascio qui sotto.
iPhone si conferma il miglior cameraphone del mercato ma non lasciatevi ingannare dal marketing, infatti gli scatti mostruosamente belli che vedete nelle diverse campagne, cosi come i video, sono sempre frutto di una maestria che controlla dalle luci alla post produzione. Certo, in contesti meravigliosamente apparecchiati, i risultati sono stupefaceenti.
In altri contesti, le foto sono superiori alla concorrenza, ma soffre come tanti in condizioni di luce precaria con soggetti in movimento, e sovente, gli algoritmi appiattiscono troppo le immagini per recuperare con il software dove l’hardware non riesce ad arrivare.
Sono dettagli sia chiaro, le foto escono sempre bene, sono sempre utilizzabili.
In sostanza questo telefono mi ha ricordato il perché amo la tecnologia. Mi ha riportato a quando da ragazzino si sognava iPhone, perché al netto delle nostre abitudini e dei difetti che ha, si respira una cura magica in tanti, troppo aspetti, che lo rendono unico e ancora una volta la rendono la Lepre del mercato.
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